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    Ever since the result of the British referendum to leave the EU, increasingly urgent questions have been circulating on the future of European integration. Last September, the Heads of State and Government of the EU27 adopted the Bratislava Declaration. This was the first stage of a top-level process of reflection on the future of Europe that is expected to end with a summit meeting in Rome marking the Treaty of Rome’s 60th anniversary. Right now however, Europe is treading water, as was clearly seen at the informal EU Summit on 3 February in Valletta, Malta. According to the official agenda, the European Council was supposed to have had detailed discussions on fundamental aspects of European integration. Yet again however, the meeting was high-jacked by the issue of migrants and international relations.

    This is a real pity. It seems that “official Europe” will not budge an inch while waiting for the results of this year’s national elections. In the meantime however, European “civil society” shows a greater willingness to take the lead. We should bear this in mind when examining the initiatives of the European Economic and Social Committee and the European Committee of the Regions. The latter has just launched an enormous consultation process asking citizens for their views on Europe. This is also the context for the theme “Europe at the Crossroads” selected by Justice & Peace Europe for its annual “Concerted Action”. Agreed at Justice & Peace Europe’s general assembly, Concerted Actions are strategies to be implemented by the network’s thirty national commissions.

    The basic document setting out the “Europe at the Crossroads” Concerted Action will be officially launched on Ash Wednesday, and shall be published in a number of European languages.

    To continue the process of European integration, it is essential to get as many EU citizens on board as possible. Part 1 of the document will therefore present an analysis of the current state of affairs and call for the EU to implement concrete measures to restore confidence among EU citizens and reinforce their sense of belonging in the Union.

    Part 2 will outline ten key measures which will form the basis of debates national commissions will be organising in their home territories, and which the network will also be conducting at European level. These key measures include the following:

    1. Reforming the European asylum system – In order to maintain the universal right of asylum, the common European asylum system urgently needs to be reformed. Member States’ obligations in relation to collective supervision of their common external border should always respect the need to protect asylum rights.
    2. Promoting the European Pillar of Social Rights – This policy priority proposed by the Commission in 2016 would act as an overarching social protection framework for all EU citizens.
    3. Negotiating fairer international trade agreements – Free trade agreements, especially those with developing nations, should entail acceptance of EU social and environmental standards by the non-EU parties.
    4. Reflecting on the digital revolution – Given the impact of digital technology on employment opportunities, the European Commission should consider organising a major European conference on this theme with its social-sector partners.
    5. Introducing Euro 2.0- Among Eurozone countries a Euro 2.0 must be negotiated with the inclusion of political, economic and tax criteria to be met before its entry into force.
    6. Harmonising tax – Within the Single Market there should be harmonisation on a single set of rules for corporate taxation, and remedial action should be taken to correct VAT collection where found necessary.
    7. Reforming the Carbon Emissions Trading Scheme – Measures should be taken to reduce emissions in economic sectors not covered by this scheme and to promote the circular principle in the manufacture, consumption and recycling of goods in order to help Europe to make a credible contribution towards combating climate change.
    8. Greater solidarity with poorer Member States – The European External Investment Plan should be increased to support the countries in deepest poverty.
    9. Promoting peace – The EU needs to reinforce its common security and defence policy as well as its soft policies to promote peace with a view to disarmament and an effective control of arms exports.
    10. Strengthening democracy – One idea worth consideration is the strengthening of democratic legitimacy by electing at least 10% of the members of the European Parliament from transnational party lists.

    Pope Francis has encouraged Europeans to reflect upon the spirit of European civilisation, which he has defined as its capacity “to integrate, to dialogue and to generate.” Justice & Peace Europe views its initiative as a practical implementation of this invitation from the Pope.

    (source: Europeinfos #202)

    In risposta alla decisione del popolo britannico rispetto alla volontà di lasciare l’UE, le domande sul futuro della costruzione europea si sono amplificate. Lo scorso settembre, i 27 capi di Stato e di Governo dell’UE hanno adottato la dichiarazione di Bratislava come prima tappa di una più accurata riflessione sul futuro dell’Europa, che dovrà essere portata a termine durante il summit previsto nella capitale italiana in occasione del sessantesimo anniversario del Trattato di Roma.

    Ma l’Europa continua a temporeggiare, e ne è prova il vertice informale tenutosi a La Valletta lo scorso 3 febbraio. Sebbene il programma ufficiale prevedesse una discussione dettagliata sugli aspetti fondamentali dell’integrazione europea, il dibattito è stato ancora una volta dirottato su questioni spinose come immigrazione e relazioni internazionali.

    Tocca a malincuore osservare che, in attesa dei prossimi risultati elettorali, la cosiddetta “Europa ufficiale” non muoverà un passo. L’Europa della società civile, al contrario, sembra scalpitare per prendere il comando. Bisogna considerare dunque questo contesto nell’analizzare le iniziative del Consiglio economico e sociale europeo e del Comitato europeo delle Regioni. Quest’ultimo, in particolare, ha recentemente lanciato un esteso progetto di consultazione diretta dei cittadini che serve a delineare la loro visione dell’Europa. Nella stessa prospettiva si colloca la scelta del tema “Europa al crocevia” per l’annuale azione comune della Commissione Giustizia e Pace. La rete di Giustizia e Pace coinvolge una trentina di commissioni nazionali in Europa e può contare su una stretta collaborazione con la Comece.

    L’azione comune della Commissione si fonda su un documento pubblicato all’inizio della Quaresima e suddiviso in due sezioni. La prima parte si apre con un’analisi della situazione attuale, per concludere che l’Unione Europea è ormai chiamata ad adottare misure concrete in diversi ambiti, al fine di riconquistare la fiducia e il supporto dei suoi cittadini. Il sostegno popolare è infatti diventato un’arma indispensabile per poter continuare a parlare di costruzione europea.

    La seconda parte propone, invece, dieci misure chiave da discutersi su scala nazionale (grazie all’apporto delle commissioni nazionali) ed europea (sotto la guida della Commissione di Giustizia e Pace). A seguire alcuni dei punti toccati dal documento.

    1. Riformare il sistema europeo d’asilo. Per poter mantenere il diritto internazionale all’asilo, il sistema comune europeo a riguardo deve essere urgentemente riformato. L’obbligo degli Stati membri al controllo delle frontiere comuni esterne deve sempre rispettare la necessità di proteggere il diritto d’asilo.
    2. Promuovere il Pilastro europeo dei diritti sociali. Questa misura prioritaria promossa dalla Commissione nel 2016 dovrà agire come tabella di riferimento per i diritti sociali di tutti i cittadini europei.
    3. Rinegoziare i trattati commerciali internazionali. I trattati di libero scambio, soprattutto quelli che coinvolgono i Paesi in via di sviluppo, dovranno porre come condizione l’accettazione degli standard sociali e ambientali europei da parte dei Paesi non membri.
    4. Riflettere sulla rivoluzione digitale. Considerato l’impatto della rivoluzione digitale sul mondo del lavoro, la Commissione Europea dovrà considerare di organizzare una conferenza su scala europea sul tema, chiamando a raccolta anche i propri partner del settore sociale.
    5. Introdurre l’Euro 2.0. I Paesi dell’Eurozona dovranno negoziare un Euro 2.0, ponendo nuovi criteri politici ed economici come precondizione.
    6. Armonizzare le tasse. In seno al mercato unico dovrà esserci un’unica intesa rispetto alla base d’imposta; il sistema di riscossione dell’IVA dovrà a sua volta essere perfezionato laddove necessario.
    7. Riformare il Sistema europeo di scambio di quote di emissione. Al fine di rendere credibile il contributo europeo nella lotta ai cambiamenti climatici, nuove misure dovranno essere attuate per poter ridurre le emissioni di CO2 nei settori economici non inclusi dal Sistema europeo e per promuovere il principio circolare della produzione dei beni (riciclo).
    8. Maggiore solidarietà nei confronti dei Paesi membri più poveri. Il Piano per gli investimenti esterni dovrà essere rinforzato, per meglio sostenere i Paesi più poveri.
    9. Promuovere la pace. L’UE dovrà rinforzare le proprie politiche di sicurezza e difesa comuni; allo stesso modo, le politiche di promozione della pace dovranno mirare al disarmo e a un effettivo controllo dell’esportazione di armi.
    10. Rinforzare la democrazia. Sarà da considerare l’idea di rinforzare la legittimità democratica attraverso l’elezione di almeno il 10% dei deputati europei provenienti da liste transnazionali.

    Papa Francesco ha incoraggiato i cittadini europei a ricordarsi dello spirito di base della civilizzazione europea, vale a dire la sua capacità di integrare, di dialogare e di creare. L’iniziativa di Giustizia e Pace Europa vuole essere una traduzione concreta dell’invito del Papa.

    (fonte: Europeinfos #202; traduzione italiana a cura di Eurcom)


    L’action commune 2017 de Justice et Paix Europe

    Depuis la décision du peuple britannique de vouloir quitter l’Union européenne, les interrogations sur l’avenir de la construction européenne se sont amplifiées. En septembre dernier, les chefs d’Etat et de gouvernement des 27 ont adopté la déclaration de Bratislava comme première étape d’un processus de réflexion sur l’avenir de l’Europe au plus haut niveau qui doit se terminer avec un sommet à Rome à l’occasion du soixantième anniversaire des Traités de Rome. Mais l’Europe fait actuellement du sur place. Le sommet informel de La Valette du 3 février en a encore apporté la preuve. Il était prévu que le Conseil européen revienne longuement sur cette réflexion de fond mais la réunion fut à nouveau dominée par la question de la migration et des relations internationales.

    On peut le regretter mais force est de constater qu’en attendant les échéances électorales de cette année, l’Europe officielle ne bougera pas et c’est l’Europe de la société civile qui prend actuellement le relais. C’est dans ce sens qu’il faut analyser les initiatives du Conseil économique et social européen et du Comité européen des régions. Ce dernier vient de lancer un vaste projet de consultation des citoyens sur l’Europe. C’est aussi dans cette perspective que se place l’action commune de la conférence européenne des Commissions Justice et Paix sur le thème « L’Europe au carrefour » lancée officiellement le mercredi des Cendres. Le réseau Justice et Paix Europe regroupe une trentaine de commissions nationales à travers l’Europe et a noué un partenariat étroit avec la Comece.

    L’action commune de Justice et Paix Europe est centrée sur un document de base publié au début du Carême dans différentes langues européennes. Ce document se compose de deux grandes parties. La première propose une analyse de la situation et conclut que l’Union européenne est appelée à mettre en œuvre des mesures concrètes dans un grand nombre de domaines pour regagner la confiance et une adhésion stable de la part des citoyens de l’Union. Un grand consensus citoyen est aujourd’hui indispensable pour poursuivre la construction européenne.

    Le catalogue de dix mesures phares que le réseau Justice et Paix Europe propose dans la deuxième partie de son document se veut une incitation au débat que les commissions nationales organiseront à leur niveau et que le réseau lui même animera au niveau européen. Il comprend les pistes suivantes :

    1. Afin de maintenir le droit universel à l’asile, le système d’asile commun européen doit être d’urgence réformé en respectant le droit d’une candidature à l’asile en même temps que le devoir des Etats européens de contrôler ensemble leur frontière extérieure commune.
    2. Le futur socle européen de droits sociaux doit constituer une référence pour tous les citoyens.
    3. La conclusion de traités commerciaux de l’Union avec des pays tiers doit être conditionnée au respect des normes sociales et environnementales par ces derniers.
    4. La révolution numérique impacte l’avenir du travail et la Commission européenne pourrait organiser une grande conférence européenne avec les partenaires sociaux sur ce sujet.
    5. Pour l’Eurozone il faut négocier l’Euro 2.0 avec des objectifs de politique économique et fiscale à atteindre avant sa mise en œuvre.
    6. Au sein du grand marché commun il convient d’harmoniser la base de l’impôt sur les sociétés et de réparer les défauts du système de collecte de la TVA.
    7. La réforme du système d’échange d’émissions de CO2, la réduction des émissions dans des secteurs économiques non-couverts par ce système et la promotion du principe circulaire dans la production, la consommation et le recyclage des biens devront constituer une contribution crédible de l’Europe pour lutter contre le changement climatique.
    8. Le Plan d’Investissements Extérieurs européen devrait monter en puissance pour soutenir les pays les plus pauvres.
    9. L’Union européenne doit renforcer sa politique commune de sécurité et de défense et ses politiques d’encouragement à la paix en vue du désarmement et par un contrôle effectif des exportations d’armes.
    10. L’idée de renforcer la légitimité démocratique en élisant au moins 10% de députés européens à partir des listes transnationales mérite débat.

    Le pape François a encouragé les Européens à se rappeler le génie de la civilisation européenne qu’il a défini par sa capacité d’intégrer, de dialoguer et de générer. L’initiative de Justice et Paix Europe se veut une traduction concrète de cette invitation du Pape.

    (source: Europeinfos #202)


    Konzertierte Aktion 2017 von Justitia et Pax Europa

    Seitdem sich die Briten für einen Austritt aus der EU entschieden haben, stellt sich immer drängender die Frage nach der Zukunft des europäischen Projekts. Im vergangenen September verabschiedeten die 27 europäischen Staats- und Regierungschefs die Erklärung von Bratislava. Sie ist der erste Schritt eines Reflexionsprozesses auf höchster Ebene, der mit dem Gipfeltreffen in Rom anlässlich des 60. Jahrestages der Unterzeichnung der Römischen Verträge abgeschlossen werden soll. Derzeit jedoch tritt Europa auf der Stelle. Der informelle Gipfel von La Valetta hat dies erneut deutlich gemacht. Wo eigentlich geplant war, dass sich der Europäische Rat eingehend mit dieser grundlegenden Frage auseinandersetzt, waren die Diskussionen einmal mehr vom Thema Migration und internationale Beziehungen dominiert.

    Man mag dies bedauern, Tatsache ist jedenfalls, dass sich das offizielle Europa angesichts der anstehenden Wahlen in diesem Jahr nicht bewegen wird. Vielmehr ist nun das Europa der Zivilgesellschaft am Zuge. In diesem Sinne sind die jüngsten Initiativen des Europäischen Wirtschafts- und Sozialausschusses und des Europäischen Ausschusses der Regionen zu deuten. Letzterer plant eine breit angelegte Konsultation der Bürgerinnen und Bürger zum Thema Europa. In die gleiche Richtung geht auch die konzertierte Aktion der Konferenz der Europäischen Justitia et Pax Kommissionen zum Thema „Europa am Scheideweg“, die offiziell am Aschermittwoch startet. Das Netzwerk Justitia et Pax Europa setzt sich aus 31 nationalen Kommissionen aus ganz Europa zusammen und pflegt eine enge Partnerschaft mit der Comece.

    Im Zentrum der konzertierten Aktion von Justitia et Pax Europa steht ein Grundlagenpapier, das zu Beginn der Fastenzeit in mehreren europäischen Sprachen veröffentlicht wird. Es besteht aus zwei Hauptteilen. Im ersten Teil kommen die Autoren nach einer Analyse der aktuellen Lage zum Schluss, dass die Europäische Union in vielen Bereichen konkrete Maßnahmen treffen muss, um verloren gegangenes Vertrauen zurückzugewinnen und die Bindung der Bürgerinnen und Bürger an die EU neu zu festigen. Für die Fortsetzung des europäischen Projekts ist heute ein breiter staatsbürgerlicher Konsens vonnöten.

    Der zweite Teil enthält eine Auflistung von zehn wichtigen Maßnahmen, mit der das Netzwerk Justitia et Pax Europa eine Diskussion anregen will, die die nationalen Kommissionen in ihren Ländern und das Netzwerk selbst auf europäischer Ebene zu führen beabsichtigen. Folgende Maßnahmen werden vorgeschlagen:

    1. Zur Wahrung des allgemeinen Rechts auf Asyl muss das gemeinsame europäische Asylsystem dringend reformiert werden. Dabei ist das Recht darauf, Asyl zu beantragen, gleichermaßen zu respektieren wie die Aufgabe der europäischen Staaten, die gemeinsamen Außengrenzen zu kontrollieren.
    2. Eine europäische Säule sozialer Rechte soll für alle Bürgerinnen und Bürger als Bezugsrahmen dienen.
    3. Handelsabkommen der EU mit Drittstaaten müssen an die Zusicherung Letzterer zur Einhaltung der Sozial- und Umweltnormen gebunden sein.
    4. Die digitale Revolution wirkt sich auf die Zukunft der Arbeit aus. Die Europäische Kommission könnte unter Beteiligung aller Sozialpartner eine große europäische Konferenz zu diesem Thema organisieren.
    5. Für die Eurozone sollte der Euro 2.0 verhandelt werden, der jedoch erst nach Erfüllung strikter wirtschaftspolitischer und steuerlicher Ziele gelten dürfte.
    6. Innerhalb des großen gemeinsamen Marktes müssen die Bemessungsgrundlagen der Körperschaftssteuer harmonisiert und Systemfehler bei der Erhebung der Mehrwertsteuer behoben werden.
    7. Die Reform des CO2-Emissionshandelssystems, die Reduzierung der Emissionen in den Wirtschaftssektoren, die nicht unter dieses System fallen, sowie die Förderung des Prinzips der Kreislaufwirtschaft mit Blick auf die Produktion, den Konsum und das Recycling von Gütern müssen einen glaubhaften Beitrag Europas zur Bekämpfung des Klimawandels darstellen.
    8. Um die ärmsten Länder zu unterstützen, müsste die europäische Investitionsoffensive für Drittländer an Dynamik gewinnen.
    9. Die EU muss ihre gemeinsame Sicherheits- und Verteidigungspolitik sowie ihre friedensfördernden Maßnahmen im Rahmen ihrer Bemühungen um Abrüstung und eine effiziente Kontrolle der Waffenexporte verstärken.
    10. Der Vorschlag, die demokratische Legitimität zu stärken, indem mindestens zehn Prozent der EU-Abgeordneten über transnationale Listen gewählt werden, sollte weiter diskutiert werden.

    Papst Franziskus hat die Europäerinnen und Europäer aufgefordert, sich auf den Geist der europäischen Zivilisation zu besinnen, den er als Fähigkeit zur Integration, zum Dialog und dazu, etwas hervorzubringen, definiert. Die Initiative von Justitia et Pax Europa versteht sich als konkrete Umsetzung dieser päpstlichen Aufforderung.

    (quelle: Europeinfos #202)

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