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    World Water Day, which took place on March 22, 2015, saw the participation of a huge delegation of the  Forum of Water Movements to support the right to water. According to Renato Di Nicola, one of the coordinators of the Italian Forum of Pubic Water Movements, “the fact that hundreds of people throughout Europe (seventy from Italy) have come to Brussels to defend public water is a sign of the interest and constant commitment by active and concerned citizens at continental level”.

    “During the event – the coordinator explained to us – we met all Parliamentary groups to make sure that our proposals can be useful for the drafting of a new European resolution aimed at acknowledging, once and for all, the human right to water and its public management. At the same time, we protested against the European Commission’s decision to organize a conference on water with large multinational companies during the same days without involving citizens, despite the fact that 2 million citizens have been calling for an end to policies that tend to privatize an essential and common good like water”.

    The “water issue” is deeply felt in several EU States, to the point that the Rigth2Water citizen mobilization campaign has led countries like Ireland, Greece, Italy, Germany and Spain to address the “water” issue in an increasingly determined way, in order to deprive this good of any possibility to generate a profit. Following this greater awareness and mobilization, Europe has decided to experiment with the re-assignment of waterworks to municipally owned Companies, since the private management of water supply services does not seem to lead to lower prices, greater investments or an adequate definition of responsibilities. Paris and Berlin are remarkable examples of this new trend, having gone back to the former model of municipal water management.

    In this context, the Water Day “celebrations” gave Italy the opportunity to focus on the current state of things after the June 2011 referendum, when 26 million Italians stated, through their vote, that water, as a public good, should not be a part of “any profit-making or market system”.

    In Italy, after almost four years, the current Government is working on a plan to privatize the management of water supply and other local public services, encouraging mergers and sell-offs involving Companies owned by local public authorities.

    Activists are not happy with this plan since, as they reported in a statement, “both this decree and the stability law would encourage aggregations, mergers and sell-offs of Companies owned by local authorities, to the benefit of listed multiutility conglomerates.

    Currently, the fight for the recognition of the right to water is actively taking place in Dublin where, after years in which the “water tax” has been applied (a general yearly tax on water), attempts are being made to follow the opposite course by introducing a consumption-based tax that would amount to a complete turnaround that local citizens resent. Finally, rates have gone up by about 85% in the last 10 years and a number of Euro MPs will have to think about what needs to be done within the “Committee on the Environment, Public Health and Food Safety”, in order to put forward a Motion for a resolution of the European Parliament, with Lynn Boylan as rapporteur.

    La Giornata Mondiale dell’Acqua 2015, tenuta il 22 marzo, ha portato a Bruxelles un’ampia delegazione del Forum dei Movimenti per l’acqua allo scopo di manifestare per il diritto della stessa. Per Renato Di Nicola, uno dei coordinatori del Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblica, “il fatto che centinaia di persone da tutta Europa (settanta dall’Italia) siano arrivate a Bruxelles per la difesa dell’acqua è un segno dell’interesse e dell’impegno continuo di una cittadinanza attiva e cosciente a livello continentale”.

    “In questa occasione – spiega il coordinatore – abbiamo incontrato tutti i gruppi parlamentari per far sì che le nostre proposte siano utili in vista di una nuova risoluzione europea atta a chiarire in modo inequivocabile il diritto umano all’acqua e la gestione pubblica del bene. Allo stesso tempo, abbiamo protestato contro la Commissione Europea che ha organizzato negli stessi giorni un convegno sull’acqua con le multinazionali del settore, senza coinvolgimento della cittadinanza nonostante i 2 milioni di cittadini che hanno chiesto di finirla con una politica che tende alla privatizzazione di un bene comune ed essenziale come l’acqua”.

    La “questione acqua” ha radici in diversi Stati dell’Unione Europea al punto che la mobilitazione dei cittadini per la campagna Right2Water ha visto Paesi come l’Irlanda, la Grecia, l’Italia, la Germania e la Spagna affrontare il tema “acqua” in modo sempre più determinato, nell’intento di privare il bene d’ogni profitto. Dinanzi a questa accresciuta consapevolezza e mobilitazione, l’Europa ha inteso sperimentare un trend crescente di rimunicipalizzazione dei servizi idrici anche perché il modello privato della fornitura dell’acqua non incarnerebbe prezzi inferiori, né maggiori investimenti o adeguata definizione delle responsabilità. Emblematici sono gli esempi di Parigi e Berlino, che hanno rimunicipalizzato la gestione del bene.

    In questo contesto, la “ricorrenza” della Giornata dell’acqua è stata anche occasione per fare il punto sulla situazione in Italia dopo la vittoria referendaria che, nel giugno 2011, vide oltre 26 milioni di italiani affermare con il loro voto che l’acqua, in quanto bene comune, dovesse essere “fuori da logiche di profitto e di mercato”.

    In Italia, a distanza di quasi quattro anni, l’attuale Governo sta rilanciando un piano che prevede la messa sul mercato della gestione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali, incentivando aggregazioni e dismissioni delle aziende partecipate dagli Enti locali.

    Questo non piace agli attivisti perché, riportano in una nota, “con il decreto ‘Sblocca Italia’ e con la legge di stabilità si andrebbero a incentivare i processi di aggregazione, fusione e dismissione delle partecipate dagli Enti Locali, a vantaggio dei colossi multiutilities attuali collocati in borsa”.

    Ad oggi, lotte sul riconoscimento del diritto all’acqua si stanno vivendo a Dublino dove, dopo anni di “water tax” (tassa generica e annuale sul bene) si sta tentando di proseguire sulla strada opposta della tassazione a consumo, vero cambio storico e non voluto dalla cittadinanza. Infine, mentre le tariffe sono cresciute di circa l’85% negli ultimi 10 anni, un fetta dei parlamentari europei s’interrogherà sul da farsi in “Commissione ambiente, salute e sicurezza alimentare”, con relatore Lynn Boylan, nei termini della Mozione per una risoluzione del Parlamento europeo.

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      Giovanni Perilli

      journalist (Italy)

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