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    The Secretaries of 25 Catholic Bishops’ Conferences belonging to the CCEE (Council of the European bishops’ conferences) met, as every year, in Strasbourg on June 19 -22. In the agenda: deepen the knowledge of the Council of Europe, discuss and share – together with some persons responsible of the Strasbourg institutions – their common concern for the continent. Here follow some reflexions taken from the press release issued at the end of the meeting.

    Some issues are of particular concern for the Church, as specifically it is for “the situation of some countries where peace and social cohesion are still in danger. About the difficult situation in Ukraine and in Bosnia and Herzegovina. The Secretaries of the Bishops’ Conferences and the Council of Europe clearly recognize that these countries are living situations that require a close follow-up as well as unwavering decisions in view of the resolution of their real and tragic problems.

    It was important the reference made to the long-date initiatives that the Council of Europe has been promoting on the religious aspect of intercultural dialogue. It is a way to recognize not only the importance of religion but also its public dimension. The participants, however, expressed some reservations and concerns so that these meetings will be always respectful of the identity of religions, which are seen not only as a historical fact, but also as an experience determining the whole life of a person, from their conscience to their social life.

    The fact that religion is taking up an ever greater public relevance in the life and awareness of European citizens and that it is now a key element in view of social cohesion, is widely confirmed by the considerable increase in the number of appeals that are deposited at the European Court of Human Rights on issues related to the religious aspect. In this sense, it is important to accompany the work of European officials, paying attention in particular to the fact that their legislative work be always inspired by values which are shared ​​and recognized by everyone.

    The different situations to which reference has been made during the meeting show that reconciliation in Europe is an extremely topical and urgent issue. It should not only focus on forgiving divisions and conflicts of the past, but must be aimed at cooperation among peoples and nations. It can be fulfilled only in love and justice”.

    During the debates with the representatives of the Council of Europe several other issues have been raised: “The forms of intolerance and discrimination that undermine the right to freedom of religion; the importance of maintaining clear the right of conscientious objection of medical doctors or other people who work in the health sector, with regard to issues related to bioethics and human life; the right to defend and promote a conception of the family based on marriage between a man and a woman; the failure to provide a legal personality to the Catholic Church in Turkey; the issue of migration starting from the need to stop facing this problem from the perspective of emergency, in addition to the protection and status of many immigrants who serve as domestic workers; the issue of refugees. The Church is always interested in dialogue and collaboration when it comes to the defence of human dignity and human rights, thus bringing her specific contribution. It is not only her right but also her duty to give voice to the most vulnerable in order to promote the common good and justice.

    Time was also devoted to reflect on the last European elections and the challenges they now live in Europe. Without getting into the strictly political sphere, and never forgetting that her mission is to bring the light of Christ and salvation to all, the Church is convinced that only policies based on the principles of the human person, the common good, solidarity, and subsidiarity will be able to build a just, peaceful and fruitful society”.

    I segretari di 25 Conferenze episcopali membra del CCEE (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) si sono incontrati come ogni anno a Strasburgo dal 19 al 22 giugno. In agenda: approfondire la conoscenza del Consiglio d’Europa, discutere e condividere con alcuni responsabili delle istituzioni di Strasburgo la comune preoccupazione per il continente. Dal comunicato stampa diffuso al termine dell’incontro riprendiamo alcune considerazioni.

    “Diverse questioni stanno a cuore alla Chiesa e in particolare la situazione di alcuni Paesi dove ancora la pace e la coesione sociale sono a rischio. Circa le difficili situazioni in Ucraina e in Bosnia-Erzegovina, i segretari delle Conferenze episcopali e il Consiglio d’Europa riconoscono chiaramente come questi Paesi vivano situazioni che esigono un accompagnamento e decisioni ferme in vista della risoluzione dei loro reali e drammatici problemi.

    Significativo il riferimento alle iniziative che da anni il Consiglio d’Europa promuove sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale. In questo modo è riconosciuta non solo l’importanza della religione, ma anche la sua dimensione pubblica. I partecipanti hanno tuttavia espresso alcune riserve e preoccupazioni perché questi incontri siano sempre rispettosi dell’identità delle religioni, intese non soltanto come un fatto storico, ma soprattutto come un’esperienza che determina tutto il vivere della persona, dalla sua coscienza alla sua vita sociale.

    Il fatto che la religione stia assumendo una rilevanza pubblica sempre maggiore nella vita e nella coscienza dei cittadini europei e sia un elemento fondamentale per la coesione sociale, è ampiamente dimostrato dall’aumento considerevole dei ricorsi che giungono alla Corte europea dei diritti dell’uomo e che riguardano temi legati alla dimensione religiosa. In questo contesto è stata riconosciuta l’importanza di accompagnare il lavoro dei funzionari europei, tutelando in particolare che il loro legiferare sia sempre ispirato da valori condivisi e riconosciuti da tutti.

    Le diverse situazioni evocate nel corso dell’incontro mostrano come la riconciliazione in Europa sia un tema quanto mai attuale e urgente. Essa non è solo finalizzata al perdono di un passato di divisioni e di conflitti, ma deve essere finalizzata alla cooperazione tra popoli e nazioni. Essa non potrà avvenire che nella carità e nella giustizia”.

    Nel dialogo con i rappresentanti del Consiglio d’Europa sono state poste altre questioni: “Le forme d’intolleranza e di discriminazione che minano il diritto alla libertà religiosa; l’importanza che si mantenga il diritto all’obiezione di coscienza di medici o del personale sanitario per quanto riguarda i temi collegati alla bioetica e la vita umana; il diritto a difendere e promuovere una concezione della famiglia basata sul matrimonio tra un uomo e una donna; la mancata attribuzione di una personalità giuridica alla Chiesa cattolica in Turchia; la questione delle migrazioni puntando sulla necessità di uscire dalla gestione del problema a partire dalla logica dell’emergenza, oltre alla tutela e lo status dei numerosi immigrati che operano come collaboratori domestici; la questione dei rifugiati.

    La Chiesa è sempre interessata a dialogare e collaborare quando si tratta della difesa della dignità della persona e dei diritti umani portando il suo contributo specifico. Non soltanto è un suo diritto, ma anche un suo dovere quello di dare voce ai più deboli per promuovere il bene comune e la giustizia”.

    Non è mancata un’ampia riflessione “sulle ultime elezioni europee e le sfide che oggi si vivono in Europa. La Chiesa, senza entrare nell’ambito politico propriamente detto e senza mai dimenticare che la sua missione è quella di portare la luce di Cristo e la salvezza a tutti gli uomini, è convinta che solo una politica basata sui principi della persona umana, del bene comune, della solidarietà e della sussidiarietà potrà essere creatrice di una società giusta, pacifica e feconda”.


    Il y a encore besoin de réconciliation et de paix

    Les Secrétaires de 25 Conférences épiscopales membres du CCEE (Conseil des Conférences épiscopales d’Europe) se sont rencontrés à Strasbourg du 19 au 22 juin pour leur session annuelle de travail. Dans l’ordre du jour : approfondir la connaissance du Conseil de l’Europe, pour aborder et partager avec un certain nombre de responsables des institutions de Strasbourg, la préoccupation commune à l’égard du continent. Ici quelque réflexion évoquée dans le communiqué de presse publié à l’issue de la réunion.

    “Un certain nombre de questions tiennent à cœur à l’Eglise et, notamment, la situation de certains Pays où la paix et la cohésion sociale courent encore des risques. Concernent les difficiles situations qui caractérisent l’Ukraine et la Bosnie Herzégovine. Les Secrétaires des Conférences épiscopales et le Conseil de l’Europe reconnaissent clairement que ces Pays vivent des situations qui exigent un accompagnement et des décisions fermes, si l’on veut parvenir à une solution de leurs problèmes réels et dramatiques.

    Importante la référence aux initiatives dont le Conseil de l’Europe assure la promotion depuis des années et qui concernent la dimension religieuse du dialogue interculturel. De cette façon, l’on reconnaît non seulement l’importance de la religion, mais également sa dimension publique. Toutefois, les participants ont exprimé quelques réserves et préoccupations pour que ces rencontres respectent toujours l’identité des religions, considérées non seulement comme un fait historique, mais surtout comme une expérience qui détermine la vie de la personne dans sa totalité, depuis sa conscience et jusqu’à sa vie sociale.

    Le fait que la religion soit en train d’acquérir une importance publique de plus en plus grande dans la vie et dans la conscience des citoyens européens, et qu’elle soit un élément fondamental pour la cohésion sociale, est largement démontrée par la considérable augmentation des recours présentés à la Cour Européenne des Droits de l’Homme et qui concernent des thèmes liés à la dimension religieuse. En ce sens, est importante accompagner le travail des fonctionnaires européens, pour veiller notamment à ce que leur action législative soit toujours inspirée par des valeurs partagées et reconnues par tout le monde. Les nombreuses situations évoquées dans le cadre de cette rencontre montrent que la réconciliation en Europe est un sujet extrêmement actuel et urgent. Elle ne tend pas uniquement au pardon d’un passé fait de divisions et de conflits, mais elle doit viser la coopération entre les peuples et les nations. Elle n’aboutira que dans la charité et dans la justice.

    Dans les débats avec les représentants du Conseil un certain nombre de thèmes ont été soulevés: les formes d’intolérance et de discrimination qui menacent le droit à la liberté religieuse ; l’importance de maintenir clairement le droit à l’objection de conscience des médecins ou d’autres professionnels qui travaillent dans le secteur de la santé en ce qui concerne les sujets liés à la bioéthique et à la vie humaine ; le droit de défendre et de promouvoir une conception de la famille basée sur le mariage entre un homme et une femme ; la non-attribution d’une personnalité juridique de l’Eglise catholique en Turquie ; la question des migrations, en insistant sur la nécessité de sortir de la gestion du problème en partant de la logique de l’urgence ; la protection et le statut des nombreux immigrés qui travaillent comme aide ménagers ; la question des réfugiés. L’Eglise est toujours intéressée à dialoguer et à collaborer lorsqu’il s’agit de défendre la dignité de la personne et des droits de l’homme, en offrant sa contribution spécifique. Ce n’est pas seulement un droit qui lui revient, mais c’est également un devoir pour elle: être la voix des plus faibles pour promouvoir le bien commun et la justice”.

    Une réflexion a aussi été abordé sur les dernières élections européennes et sur les défis qui attendent l’Europe d’aujourd’hui. L’Eglise – qui se tient en dehors du cadre politique proprement dit, sans oublier que sa mission consiste à porter la lumière de Jésus-Christ et le salut à tous les hommes- est convaincue que seule une politique basée sur les principes de la personne humaine, du bien commun, de la solidarité et de la subsidiarité pourra conduire à la création d’une société juste, pacifique et féconde.


    Es braucht mehr Frieden und Versöhnung

    Vom 19. bis zum 22. Juni haben sich 25 Generalsekretäre der Bischofskonferenzen des Rat der europäischen Bischofskonferenzen (CCEE) in Straßburg versammelt für ihres Jahrestreffens, um die Arbeit des Europarates besser kennenzulernen und gemeinsam mit einigen Vertretern der Institutionen vor Ort über die gemeinsame Besorgnis für das geistliche, politische und soziale Wohlergehen der Menschen in Europa zu diskutieren. Am Ende des Treffens wurde eine Pressemitteilung veröffentlicht. Wir erwähnen einige Anmerkungen:

    „Verschiedene Themen beschäftigen die Kirche, darunter auch die Lage einiger Länder in denen der Friede und die soziale Kohäsion derzeit gefährdet sind. Uber die Situation in der Ukraine und in Bosnien-Herzegowina, die Generalsekretäre der Bischofskonferenzen Europas und der Europarat sehen ein, dass beide Länder heute unterstützt werden müssen und konsequente Entscheidungen zur Beilegung ihrer konkreten und dramatischen Konflikte brauchen.

    Wichtig war es die Initiativen hervorzuheben, die der Europarat seit mehreren Jahren zugunsten der religiösen Dimension des interkulturellen Dialogs fördert. Dadurch wird nicht nur die Wichtigkeit der Religion, sondern auch ihre öffentliche Rolle akzeptiert. Dennoch haben die Teilnehmer diese Maßnahmen mit Vorbehalten begrüßt, weil man Religionen nicht nur als historische Gegebenheiten, sondern auch als Erfahrungen achten soll, die die Existenz, den Geist und das soziale Leben der Menschen prägen.

    Der merkliche Anstieg der Einsprüche, die vor dem Europäischen Gerichtshof für Menschenrechte erhoben werden und religiöse Themen betreffen, deutet darauf hin, dass die Religion eine immer wichtigere Rolle im öffentlichen Leben und im Geiste der Europäer einnimmt und wesentlicher Bestandteil der sozialen Kohäsion ist. Wichtig ist die Arbeit der europäischen Führungskräfte zu begleiten, insbesondere um sicherzustellen, dass sich ihre gesetzgebende Tätigkeit auf geteilte und anerkannte Werte stützt.

    Die diversen Themen, die im Rahmen des Treffens angesprochen wurden, weisen darauf hin, dass die Versöhnung eine stets aktuelle und dringende Angelegenheit ist. Es geht nicht nur darum, Auseinandersetzungen oder Konflikte aus der Vergangenheit zu verzeihen, sondern die Zusammenarbeit zwischen Völkern und Nationen zu fördern. Diese Art der Kooperation kann nur im Lichte der Gerechtigkeit und der Nächstenliebe verwirklicht werden“.

    Im Laufe der Debatten mit den Vertretern des Europarats auch folgende Themen angesprochen wurden: „die unterschiedlichen Formen von Intoleranz und Diskriminierung, die die Religionsfreiheit bedrohen; die Wichtigkeit der Weigerung aus Gewissensgründe für Ärzte oder Menschen, die im Gesundheitswesen arbeiten und mit bio-ethischen oder lebenswichtigen Fragen konfrontiert werden; die Förderung und der Schutz eines Familienmodells, das sich auf die Ehe zwischen Mann und Frau stützt; die Ablehnung des Rechtsstatus für die katholische Kirche in der Türkei; das Einwanderungsthema, das nicht mehr als Notsituation behandelt werden darf und den Status vieler Einwanderer, die als Bedienstete arbeiten, schützen muss; die Flüchtlingsfrage.

    Wenn es um die Würde der menschlichen Person und um Menschenrechte geht, ist die Kirche immer bereit sich an einem Dialog oder einer Zusammenarbeit zu beteiligen und den eigenen Beitrag zu leisten. Es ist nicht nur ihr Anrecht, sondern auch ihre Pflicht, die Schwächeren zu verteidigen sowie Gerechtigkeit und Gemeinwohl zu fördern“.

    „Das Ergebnis der jüngsten Europawahlen wurde auch analysiert und über die Herausforderungen des modernen Europas gesprochen. Angesichts ihrer Aufgabe, das Licht Christi unter die Menschen zu bringen und sie zu retten, ist die Kirche davon überzeugt, dass nur eine Politik, die die menschliche Person, das Gemeinwohl, die Solidarität und die Subsidiarität schützt, eine gerechte, friedliche und gedeihende Gesellschaft begründen kann“.

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